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Come si ricarica una cartuccia per la stampante correttamente

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Come si ricarica una cartuccia per la stampante correttamente

Quando l’inchiostro della stampante inizia a scarseggiare e cominciano ad apparire i primi segnali di una possibile emergenza, non è mai una buona idea aspettare che si arrivi in fondo alle riserve.

Conviene prepararsi per tempo, ordinando i kit di ricarica.

Non tutti i tipi di stampanti, però, supportano le cartucce che possono essere rigenerate, anche se ormai si tratta di modelli davvero molto vecchi e poco diffusi.

In ogni caso, bisogna controllare che il tipo di cartuccia installata sia compatibile con questa operazione.

Verifica della compatibilità

Per compiere l’operazione di controllo bisogna, innanzitutto, aprire il coperchio di sicurezza della stampante utilizzando le apposite linguette che permettono di raggiungere il vano che contiene gli inchiostri, senza il benché minimo rischio di danneggiare i fragili meccanismi di plastica.

Le cartucce di inchiostro, giallo, ciano e magenta, oltre che il nero, si trovano installate su un pattino mobile che contiene anche la testina, nella parte inferiore, insieme all’elettronica di controllo.

Nella maggior parte dei casi non c’è neanche bisogno di levarle, anche se per fare un’operazione più pulita sarebbe indicato spostarle da questo punto per fargli raggiungere un tavolo, visto che gli inchiostri possono macchiare molto e lasciare tracce difficili da eliminare, soprattutto quando vengono fatte seccare senza essere rimosse con carta assorbente e il solvente apposito.

Le cartucce compatibili con la ricarica di inchiostro hanno sulla parte superiore un coperchietto in gomma, di solito approssimativamente del colore che sono destinati a contenere e che si muove senza difficoltà, tirandolo con delicatezza.

Meglio evitare di fare troppa forza, da una parte perché non serve, dall’altro perché c’è il rischio che qualche goccia finisca sui vestiti facendo danni. Queste operazioni, se non si è esperti, andrebbero fatte proteggendosi con un grembiule, anche da cucina, per sicurezza.

Procedere alla ricarica

Una volta aperta la bocchetta di ricarica, bisogna introdurre al suo interno il beccuccio dell’ampolla dell’inchiostro per stampante da ricaricare. Si tratta di flaconi che contengono un liquido oleoso del colore di stampa e che arrivano sigillati, in modo tale da limitare il più possibile qualsiasi rischio di danneggiamento durante il trasporto.

Questo tipo di ricariche sono disponibili in diversi formati, sufficienti per fare il pieno una o più volte, in base ai propri bisogni. Non si possono usare inchiostri per disegno a mano libera, perché questi potrebbero non essere compatibili e dare origine a fenomeni di coagulazione indesiderata.

Il refill dovrebbe raggiungere il livello ottimale che è segnalato attraverso la tacchetta trasparente che si trovava sul contenitore dell’inchiostro e che non va mai superata.

Il rischio è che, richiudendo il flaconcino, possa uscire un po’ di prezioso pigmento che, oltre a essere particolarmente denso, ha anche la brutta tendenza a penetrare in profondità nelle fibre dei tessuti e persino nel legno o nella pietra, macchiandoli in maniera indelebile.

Dopo aver verificato che la chiusura è stata fatta con precisione e che il livello dell’inchiostro è compatibile con quello previsto, oltre che, ovviamente, non ci siano stati danneggiamenti sull’ugello, basta rimettere la cartuccia ricaricabile al suo posto ed effettuare una prova di stampa.

Questo si fa utilizzando i cicli automatici previsti dal modello di stampante che si ha a disposizione. In questo modo si può avere un livello più alto di sicurezza per quanto riguarda la qualità del pigmento e la condizione generale della stampante.

Piccole precauzioni

Il nuovo inchiostro, mescolandosi con l’eventuale residuo dell’altro non dovrebbe dare alcun tipo di problema e bisogna sempre evitare assolutamente di prosciugare del tutto la cartuccia, perché a causa dell’esposizione all’aria il residuo potrebbe seccare con più facilità, rendendo difficile il recupero in fai da te della stampante.

Se effettuata con il giusto grado di attenzione, questa operazione prende al più un quarto d’ora, ed è sicuramente conveniente rispetto ad acquistare una cartuccia nuova usa e getta, oltre che più compatibile con l’ambiente.

In generale, le cartucce ricaricabili per stampante sono dotate di un chip di controllo che, oltre ad indicare la quantità di inchiostro residuo, fornisce dati anche sulla necessità di sostituire il pezzo, che dopo alcuni cicli di ricarica, ovviamente, dovrà essere cambiato con uno nuovo oppure subire una pulizia di rigenerazione.

Mai cercare di sbloccare gli ugelli con stuzzicadenti o spilli, il rischio è quello di slabbrare la guarnizione e di ritrovarsi così interi lotti di stampa inutilizzabili e persino di rovinare la testina a causa delle perdite fuori controllo che si seccano.

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